BOHEMIAN RHAPSODY
Da quando è uscito il trailer i fan dei Queen di tutto il mondo non
facevano altro che canticchiare le loro canzoni, sperando in una buona riuscita
del film, avendo tantissime aspettative, partendo anche prevenuti a volte;
forse anche perché la paura di un film mediocre era davvero tanta.
E finalmente
il 29 Novembre nelle sale cinematografiche italiane è uscito l’attesissimo
“Bohemian Rhapsody”.
Narra la storia dell’ascesa dei Queen e di Freddie Mercury in
particolare nel mondo dello spettacolo – dall’incontro di Brian May e Roger
Taylor con Freddie Mercury, fino al memorabile Live Aid del 1985. Spunti
narrativi sulla vita del frontman del gruppo non mancano: il rapporto con gli
altri membri e la conseguente crisi, la difficile e sofferta scoperta della sua
sessualità (travagliata anche la relazione che aveva con Mary Austin,
interpretata dalla bellissima Lucy Boynton, a cui non a caso dedicò “Love of my
life”), la personalità severa e austera del padre, che lo voleva (invano…) un
“perfetto zanzibarese”. E poi la malattia (anche se c’è da dire che, come
richiesto dallo stesso Brian May, non ci sono state scene patetiche o
strappalacrime al riguardo, anzi, si è affrontato l’argomento in modo molto
dignitoso).
E così in due ore buone scorre davanti allo spettatore un po’ della
vita e del mondo visto da Freddie Mercury, ci si immedesima nelle sue
debolezze, si gioisce dei successi, si canta (molto), ci si emoziona.
Credo che da anni ormai nessun attore si sia giocato la carriera quanto
Rami Malek, che doveva impersonare per l’appunto il protagonista. Non sono
l’unica a ritenere che sarebbe bastata un’intonazione, un’espressione o un leggero movimento poco consono al cantante e
il povero Malek avrebbe rischiato il linciaggio da parte di tantissimi fan dei
Queen (la sottoscritta compresa…). Invece non è segreto il fatto che abbia
studiato migliaia di volte ogni video (soprattutto quello del Live Aid)
reperibile di Freddie per imitare scrupolosamente ciascun movimento, e credo
proprio che il risultato sia stato egregio.
Una menzione speciale va anche a Ben Hardy, Joseph Mazzello e Gwilym
Lee, che hanno interpretato rispettivamente Roger Taylor, John Deacon e Brian
May, in quanto la somiglianza con i loro personaggi era quasi inquietante.
Questo film, seppure non perfetto (molti spunti interessanti, forse
troppi; tanto che forse alcune tematiche erano poco approfondite), lo consiglio
assolutamente a tutti i fan dei Queen, ma non solo: a tutti coloro che vogliono
sapere di più sulla vita piena di alti e bassi di una delle personalità più
prorompenti della storia della musica.
Lo suggerisco a tutti quelli che vogliono cantare e ballare dei classiconi,
a coloro insomma che sono pronti ad emozionarsi con le note di “Bohemian
Rhapsody”.
Dafne Delaini