TI PRENDO E TI PORTO VIA
“Per Max, provarci era uguale a un tuffo da
uno scoglio alto. Ti affacci, guardi sotto, torni indietro e dici chi me lo fa
fare, ci riprovi, esiti, scuoti la testa e, quando tutti si sono buttati e si
sono rotti di aspettarti, ti fai il segno della croce, chiudi gli occhi e ti
lanci giù urlando.”
Anni Novanta, Ischiano Scalo, cittadina
provinciale fra Lazio e Toscana. È questa l’ambientazione del romanzo di Niccolò
Ammaniti “Ti prendo e ti porto via”. In questa particolare scena si svolge una
doppia vicenda, una doppia storia d’amore imperfetto e tormentato, anche se i
rispettivi presupposti sono totalmente diversi. Da una parte, Pietro Moroni,
dodicenne riservato e silenzioso, che prova uno strano sentimento per la sua
amica di sempre, Gloria, bella, estroversa, amata da tutti. Dall’altra Graziano
Biglia, playboy frequentatore delle spiagge di tutto il mondo, il cui periodo
d’oro sta ormai volgendo al termine; e Flora Palmieri, giovane insegnante dalla
bellezza nascosta che dall’età di sedici anni
fa da infermiera alla madre, ridotta a uno stato vegetale da una
malattia. Nel loro caso, l’amore è subito dichiarato, ma i reciproci difetti
renderanno difficile tenerlo sotto controllo. A completare il quadro, Ammaniti
inserisce con grande maestria una miriade di personaggi secondari, tutti ben
caratterizzati, le cui vicende si innestano nella trama principale
arricchendola ma senza renderla pesante.
Nonostante il tema principale sia
l’amore tormentato e difficile da realizzare, ci sono molti altri punti
cruciali trattati sottotesto, che rendono il romanzo davvero interessante,
anche per chi non è particolarmente appassionato di romanticismo (anche se in
questo libro ce n’è molto poco).
Un romanzo per
adolescenti che tratta però le tematiche e le vicende con un taglio decisamente
adulto e dalla grande forza emotiva.
Elisa Bonati