L’antisemitismo: un nemico che credevamo sconfitto, ma riemerge nei momenti di crisi.
Sabato 16 febbraio 2019 i Gilet Gialli
sono scesi in piazza contro il governo Macron per il 18esimo sabato di
proteste. E allora? Ormai è diventata la prassi, non fa più notizia.
Invece, le manifestazioni parigine di
sabato si sono rese tristemente protagoniste di gesti e insulti antisemiti e
antisionisti. Vetrine imbrattate con slogan offensivi, tombe dei cimiteri
ebraici profanate, bambini con la kippah aggrediti per strada, il ritratto di
Simone Veil, grande donna che giovanissima finì in un campo di concentramento,
sfregiato con una croce uncinata. E come se tutto questo non fosse abbastanza,
gravissimi epiteti rivolti al filosofo e letterato ebreo Alain Finkielkraut che si sente vittima di un “odio
da pogrom”.
Partiamo però
dalle origini di questi fenomeni. Intanto, cos’è un “pogrom”? Questo è un
termine storico di derivazione russa, con
cui vengono indicate le sommosse popolari antisemite, e i
conseguenti massacri e saccheggi, avvenute nel corso della storia. In
particolare, si fa riferimento al quarantennio compreso tra il 1881 e il 1921
in cui in Russia si verificarono decine di questi eventi con il consenso delle
autorità. Questo dà un’idea del fatto che l’antisemitismo e l’antisionismo,
cioè l’avversione per lo stato di Israele, siano fenomeni sociali radicati in
tutta Europa e in particolare in Francia. È infatti risaputo che l’odio contro
gli ebrei riemerge regolarmente quando la Francia (e non solo) attraversa un
periodo di crisi economica o sociale: gli ebrei fungono da capro espiatorio.
Nell’ultimo anno i casi di violenza contro la comunità ebraica sono aumentati
del 74%, anche se dobbiamo tenere conto che dall’inizio degli anni Duemila si
sono susseguiti una serie di omicidi e atti d’odio che però non hanno destato
la preoccupazione necessaria.
Secondo un
recente sondaggio circa il 44% degli appartenenti al movimento dei Gilet Gialli
pensa che la situazione francese sia il risultato di un complotto sionista e
della collusione tra Macron e i potenti banchieri ebrei. I manifestanti
protestano infatti contro le politiche del presidente francese che, oltre a
essere solo a favore dei più ricchi, sarebbe colluso con la banca Rothschild,
per cui ha lavorato. Rothschild significa soldi, i soldi significano ebreo. Si
perpetua la purtroppo eterna immagine dell’ebreo strozzino: sulla serranda di
un garage è stata trovata la scritta “Macron jews’ bitch” simbolo della
presunta sottomissione.

Finkielkraut
parlando dell’aggressione subita, non vuole essere considerato né vittima né
eroe, non vuole sporgere denuncia, ma vorrebbe sapere chi sono le persone che
si sono rese protagoniste di questo terribile atto e precisa che “almeno una di
loro aveva una retorica islamista”. Secondo il pensatore francese gli
assalitori erano “un miscuglio di giovani della periferia, dell’estrema
sinistra e forse di soraliani”. Il termine “soraliani” fa riferimento ai
seguaci dell’ideologo franco-svizzero Soral che si richiama sia al nazionalismo
sia alla sinistra marxista e che è un punto di riferimento sia per l’estrema
destra antisemita che per il cosiddetto “islamo-gauche”, surrogato di islamismo
e sinistra antisemita e antisionista.
Concludendo, gli eventi di Parigi sono solo la punta dell’iceberg,
l’espressione della rinascita di una serie di idee e movimenti antisemiti,
antisionisti e neonazisti che, spinti dai populismi e nazionalismi, si stanno
diffondendo a macchia di leopardo, perfino negli Stati Uniti, paese
d’accoglienza per eccellenza insieme alla Svizzera per gli ebrei che scappavano
durante la Seconda Guerra Mondiale. Infine, i dati e le analisi degli esperti
prefigurano un futuro in cui le cose non possono che peggiorare. E sappiamo
tutti cosa hanno portato nazionalismo e antisemitismo nel corso del ‘900.
Alberto Santini