Un'Iliade diversa
Noi di 1E sabato 2 febbraio siamo andati con le nostre prof.
di lettere al circolo culturale “Il Filatoio” di Modena. Appena entrati ci siamo ritrovati in un
luogo magico: la luce fioca, la stufa ardente, un profumo intenso e un salotto
con una libreria ci hanno fatto subito capire che sarebbe stata una mattina
diversa dalle altre. Ci hanno accolto Nicoletta Giberti, che gestisce il
locale, e il professore Michele Collina del “laboratorio teatro
(in)stabile”, che ci ha presentato il
suo lavoro sull’Iliade, un lavoro complesso di narrazione con accompagnamento musicale fatto da pezzi tekno-metal composti da lui
stesso. Ci siamo ritrovati quindi a sentir raccontare l'Iliade in un modo nuovo
e diverso, con questo sfondo suggestivo
che ha reso il racconto più intenso. In un'ora e mezza abbiamo potuto rivivere
l’atmosfera della guerra , i suoni della battaglia, i discorsi degli eroi, dai
momenti più tesi, quali lo scontro tra Achille ed Ettore, a quelli piú drammatici e strazianti, quali l'addio
tra Ettore e Andromaca, immedesimandoci nei personaggi e nelle vicende. E’
stato un lavoro interessante,
impegnativo, ma l'avere già
studiato il poema ci ha aiutato molto a
seguire tutta la storia e a lasciarci catturare da essa.
Alla fine della narrazione, dopo un pausa, abbiamo avuto modo di confrontarci con il professor Collina e gli abbiamo
rivolto alcune domande, tra cui queste:
Perché
hai scelto di fare questo lavoro di riscrittura e accompagnamento musicale
sull'Iliade?
Per passione. Ci sono delle cose che ci inseguono. A me da
bambino leggevano l'Iliade e l'Odissea, e mi sono rimaste impresse fino da
allora. L'ho fatto perché volevo trovare un nuovo modo di raccontare l'Iliade
che coniugasse l’antico con il moderno,
e ho scelto di accompagnare il racconto
con dei suoni tekno in sottofondo, proprio per realizzare quei suoni che mi
vengono in mente quando penso alla battaglia.
Perché,
secondo lei, continuiamo a studiare questi poemi?
Cosa ci resta?
Tanto, ci resta tanto. Credo che l’ Iliade sia ancora attuale per i valori
e i modelli di onore e coraggio che propone e a cui i giovani sono ancora
sensibili.
Ma
a cosa pensavano, secondo lei, i
guerrieri prima della battaglia?
Beh, i guerrieri sanno come va a finire, che la guerra può
portare morte, infatti cercano sempre di rimandare, prima mangiamo, beviamo, prima ci riposiamo…
ma poi vanno, perché sono in gioco la patria, la libertà, l’onore, i valori del
loro mondo e anche la gloria e l’immortalità della fama e del ricordo.
Prima di uscire abbiamo imparato che il Filatoio
é anche un posto in cui poter andare a studiare, prendere in prestito un libro
dalla libreria in condivisione, senza il vincolo delle biblioteche di avere al
massimo 30 giorni per restituirlo, e che
é la sede del Festival della fiaba. Un luogo perfetto per filare le storie, quindi.
Proprio come abbiamo fatto noi.
Erica
Chiosa e Martina Morello