Il bus del terrore, il tentato attacco terroristico di Milano.
Il
giorno mercoledì 20 marzo a San Donato Milanese ha avuto luogo un tentativo di
atto terroristico.
L’autista di origini senegalesi Ousseynou Sy ha dirottato lo scuolabus della scuola media Vailati di
Crema, con a bordo 51 studenti e 3 adulti, verso l’aeroporto di Linate con
l’obiettivo di incendiare il mezzo e ucciderne tutti gli occupanti per vendicare i morti del Mediterraneo.
L’attentato è stato sventato dal tempestivo intervento di una pattuglia di
carabinieri, allertati da un ragazzino egiziano di 13 anni.
Ora però, cerchiamo di analizzare l’accaduto in sei tappe. Premeditazione e sviluppo di un assalto:
le fascette, la benzina, l’inseguimento, la rivendicazione, i precedenti penali
dell’aggressore e i buchi nei controlli.
1. L’attacco era
premeditato, il responsabile aveva pensato a tutto. Si era munito di fascette
per legare e immobilizzare i ragazzi e di una tanica di benzina per dare fuoco
al mezzo. Ora la procura ha inserito tra i capi di accusa quello di terrorismo
considerando anche la premeditazione.
2. Ha usato un bus, i suoi ostaggi erano
in maggioranza bambini. Ha pensato di impiegare il suo mezzo per una scorreria
che poteva concludersi con una strage. Il carburante a bordo, lo speronamento
dei veicoli dei carabinieri, quindi le fiamme indicano una sequenza convulsa ma anche lineare. Il traffico ha rallentato la sua
corsa, altrimenti sarebbe stato complicato fermarlo senza correre il rischio di
provocare danni a chi era a bordo.
3. Secondo le
testimonianze ha detto di voler raggiungere l’aeroporto di Linate. Si pensa che
volesse lanciarsi contro gli ingressi per compiere un’azione ancora più
eclatante. Non sarebbe stato il primo attacco di matrice terroristica di questo
tipo.
4. Il senegalese ha
sostenuto di averlo fatto per protestare contro le morti nel Mediterraneo e
dunque ha offerto una motivazione. Che può essere davvero il movente oppure un
pretesto, o magari un atto di emulazione. L’azione potrebbe essere stata
scatenata dalle immagini della “Mare Jonio” una nave di migranti respinta dai
porti italiani. Sy ha ripetuto più volte che la colpa è unicamente del governo
italiano e che le stragi in mare devono finire per sempre.
5. I precedenti penali, per guida in stato
d’ebrezza e abusi su minore, non gli hanno impedito di svolgere un lavoro
delicato come quello di autista di uno scuolabus per ragazzini. Una falla grave
nei controlli, anche se stando alle dichiarazioni del titolare della compagnia
in cui lavorava da quando era stato assunto aveva sempre avuto un comportamento
assolutamente ineccepibile sul luogo di lavoro.
6. L’impatto è profondo,
sui bambini e i familiari, sul senso di sicurezza. Ma lo è ancora di più perché
è difficile non pensare a quanto è avvenuto nell’arco di pochi giorni in tutto
il mondo. Il massacro xenofobo in Nuova Zelanda, l’uccisione di tre passeggeri
su un tram a Utrecht (Olanda) da parte, anche qui, di un pregiudicato forse
vicino ad ambienti jihadisti, le tensioni costanti che coinvolgono ogni aspetto
della vita quotidiana. Questi sono eventi che possono fare da detonatore
spingendo individui a compiere violenze e persino attentati.
Un
grave attacco alla sicurezza, in un ambiente che viene tradizionalmente
riconosciuto sicuro come quello scolastico, motivo anche di continue polemiche
politiche. Sono possibili interventi mirati per evitare azioni di questo tipo?
Irene Ferrari
Alberto Santini