Estradizione, prigione o nuovo asilo: cosa succede ora ad Assange?
Gli
Stati Uniti hanno fatto richiesta di estradizione per il fondatore di WikiLeaks
accusandolo di pirateria informatica, reato per cui rischia 5 anni. Ma ora l’opposizione
britannica chiede al governo di non consegnarlo a Washington.
Cosa
rischia negli USA?
Assange è stato arrestato l'11 aprile dalla polizia britannica, dopo che l’Ecuador gli ha revocato l’asilo
politico. Assange si trovava dentro l’ambasciata ecuadoriana a
Londra, dove risiedeva dal 2012 per due motivi. Il primo è legato al processo
per stupro in Svezia. Nel novembre del 2011 l’Alta corte di Londra
diede il via libera all’estradizione richiesta dalla Svezia e verso metà
giugno 2012 la stessa Corte rigettò il ricorso contro l’estradizione.
Assange si sarebbe dovuto presentare in tribunale il 12 giugno di quell’anno,
ma preferì chiedere asilo all’Ecuador trovando rifugio nell’ambasciata. Il
secondo motivo per cui Assange si nascondeva nella palazzina di mattoni rossi
era per evitare l’estradizione negli Usa. Assange ha pubblicato su WikiLeaks
migliaia di documenti riservati che mostrano i crimini di guerra commessi dagli
Stati Uniti in Iraq e Afghanistan. Assange dunque al momento non è accusato di
spionaggio o tradimento, capi d’imputazione per cui rischierebbe la pena di
morte. Se estradato e condannato, rischia fino ad un massimo di 5 anni. E’
accusato di aver aiutato Chelsea Manning a violare le password custodite nei
computer del dipartimento della Difesa che davano accesso a un sistema usato
dall’amministrazione americana per trasmettere documenti riservati. La notizia
dell’incriminazione era già trapelata lo scorso novembre con un articolo
del Wall Street Journal.
Come stanno reagendo la
Gran Bretagna e l’Europa?

Assange
cerca quindi un nuovo paese che gli offra asilo politico per evitare
l’estradizione. Come reagirà l’Europa? Verrà finalmente processato per i suoi
crimini?
Irene Ferrari
Alberto Santini