Friday for future: anche Modena si unisce alle proteste.

Venerdì 24 maggio 2019 a Modena si è svolto il secondo sciopero globale degli studenti per le tematiche ambientali sull’esempio della giovane svedese Greta Thunberg. Questa volta, al contrario della precedente manifestazione del 15 marzo, l’invito della sezione locale del movimento “Friday for future” e della Rete Studenti è stato accolto da un numero molto ridotto di manifestanti: complice anche la fine dell’anno scolastico, per le vie del centro si sono radunate solo pochissime centinaia di ragazzi con una grande prevalenza di giovanissimi, frequentanti i primi anni delle superiori o addirittura le scuole medie.
Il corteo, partito attorno alle ore 9 da largo S. Agostino, ha attraversato le principali vie del centro scortato dalla polizia per poi concludere la propria marcia in piazza Matteotti, dove su un piccolo palco allestito dal Comune hanno tenuto una serie di interventi alcuni studenti di diverse fasce d’età: dal 13enne che organizza presidi davanti alla propria scuola media con gli amici, fino allo studente universitario che  attraverso il piano “Unimore Green” cerca di sensibilizzare l’Università sulle tematiche ambientali affinché vengano potenziati la raccolta differenziata e i trasporti pubblici e affinché il nostro ateneo diventi sempre più “plastic free” tramite l’utilizzo di borracce e l’installazione di colonnine gratuite per l’acqua sul modello di molti paesi esteri.
La maggior parte dei manifestanti portava cartelloni, striscioni e manifesti che inneggiavano alla tutela ambientale e ad un miglior utilizzo delle risorse, sostenendo che non esiste un “pianeta B” su cui andare a vivere quando avremo distrutto il nostro. Il corteo, però, è stato caratterizzato da una serie di strumentalizzazioni di tipo politico che hanno almeno in parte stravolto il senso della protesta: sono stati intonati svariati cori contro i membri del governo come ad esempio l’insensato “Più pinguini, meno Salvini”, sono state sventolate alcune bandiere “No TAV” e alcuni manifestanti hanno inneggiato alla distruzione del sistema capitalistico, ritenuto il principale responsabile del cambiamento climatico e dell’emergenza ambientale. Inoltre, preme sottolineare la non casualità della data scelta per questo secondo global strike for future: non aveva forse i connotati di una protesta ad alto contenuto politico data la grande vicinanza alle imminenti elezioni europee ed amministrative, nonostante fosse stata promossa come un’iniziativa totalmente apartitica e apolitica?
Una volta giunti in piazza Matteotti, hanno parlato dal palco alcuni dei rappresentanti del movimento. Tutti chiedono un intervento concreto e pratico da parte dei governi locali, nazionali e sovranazionali e hanno fatti diversi rimandi alla politica e ai candidati alle prossime elezioni, in particolare a Gian Carlo Muzzarelli, attuale sindaco di Modena e candidato al secondo mandato, presente in piazza. Però, i primi a non proporre nulla di concreto e attuabile nella vita di tutti i giorni sono proprio i ragazzi che si sono fatti portavoce delle istanze del movimento.
Friday for future chiede al governo nazionale il dimezzamento delle emissioni entro il 2030 e zero emissioni per il 2050, il rispetto degli impegni assunti alla Conferenza di Parigi, una politica climatica più ambiziosa e di posizionare il grave problema del cambiamento climatico al primo posto nelle proprie agende, mentre all’amministrazione locale chiede programmi di efficienza energetica per tutti i settori al fine di rendere Modena indipendente dall'energia prodotta attraverso fonti non rinnovabili, che gli uffici pubblici, le università e le scuole di tutti i gradi diventino “plastic free”, corsi di educazione ambientale in tutte le scuole, che venga tutelato, curato e riqualificato il verde pubblico già presente sul territorio, che ad ogni nuova edificazione corrisponda la creazione di una nuova area verde e di promuovere la transizione verso un’economia circolare attraverso il finanziamento di programmi di ricerca ed innovazione.
Prima di chiedere tutte queste grandi manovre ai nostri amministratori, non dovremmo forse cercare di condurre una vita più ecosostenibile noi in prima persona e mantenere nel nostro piccolo in maniera concreta e coerente un atteggiamento che non distrugga il nostro pianeta? Anziché protestare contro le emissioni delle auto sostenendo che siano la causa maggiore di tumori respiratori, non sarebbe meglio non fumare tabacco o altre sostante come in realtà fanno molti dei manifestanti? Il problema dell’inquinamento è molto grave e dobbiamo assolutamente fare qualcosa per risolverlo se vogliamo  vivere nel nostro pianeta come lo conosciamo oggi, ma probabilmente alla base di tutto ci sono due tematiche ancora più importanti, quelle della coerenza e della strumentalizzazione.

Alberto Santini

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