LA BELLEZZA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS - di Sabrina Bocedi - 3^D


Il tempo che ora scandisce le nostre giornate è complicato, cioè, come indica l’etimologia dell’aggettivo (com= molti, dal latino plica= piega), ricco di pieghe, che impediscono di decifrarne il contenuto, colmarne la durata, renderne sensato l’inesorabile trascorrere. Ogni probabile o possibile risposta alle domande che gremiscono il mio cuore, rivela l’insufficienza che la costituisce. Se prima la quotidianità si modulava su ritmi sfrenati e accelerati, ora pare invece che l’anima del Mondo abbia cessato di esalare il suo fervido respiro. Le città, che sono gli spazi atti a preservare l’incontro, lo scambio di idee, di sguardi e desideri, sono sprofondate in un silenzio che fa rumore e ci interroga: innesca in noi (in me per lo meno) una ricerca di rinnovata vivacità e bellezza, che si propone di rendere ogni attimo meno vuoto, uniforme, silenzioso. 
Siamo chiamati a rifondare tutta la nostra esistenza e a scorgere tra le macerie dell’abitudine la novità, l’evento, il sempre nuovo che le restituisce il suo ritmo vitale. Questa indagine richiede sforzo, ma soprattutto speranza, che non si configura come un ottimismo surreale, quanto piuttosto come fiducia nel futuro: possibilità che si oppone alla distruzione e all’amarezza.
Se la speranza serve a nutrire i nostri disegni di felicità, la bellezza adempie all’arduo compito di salvarci: di rendere possibile una sana infusione di coraggio, che non coincide con una spavalda sfrontatezza, ma con quella forza del nostro cuore, capace di emanciparci dall’alone di sconforto e di tristezza, di cui qualche volta rimaniamo preda.
Per me la bellezza è la pienezza, il compimento: quello scrigno in cui tutto e tutti risplendono perché si sono rivelati all’altezza di se stessi. È il bagliore capace di squarciare anche le tenebre e di fratturare il tempo, vincerlo e perfino spiegarlo (da explicare = ex + plicare = togliere le pieghe).
Le perle di bellezza che ricevo ogni giorno, senza meritarle, sono i sorrisi dei miei amici, insegnanti e parenti, la loro incoercibile voglia di creare, scoprire, raccontarsi, i loro occhi intrisi di fiducia e passione, le loro parole mai stanche di sanare, inconsapevolmente, la ferita di tristezza che mi porto dentro.
“La bellezza salverà il mondo”: questa la frase pronunciata da una mia prof qualche settimana fa, che per me è stata la testimonianza della lotta di una vita che non rinuncia alla sua legittimità di essere piena, realizzata, all’altezza dei desideri che affollano il palcoscenico interiore di ciascuno. La legenda che mi ha permesso di decodificare la mappa colorata del mondo e di notarne tutte le sfumature. Il rifiuto di ognuno di accettare passivamente la condizione in cui siamo calati, estraendo proprio da questa l’ispirazione creativa per fare delle proprie qualità un dono da offrire agli altri.
La bellezza salva perché è una gioia per sempre: un miracolo che benedice la vita e arresta gli istanti di un tempo che sembra perduto, trasformandoli in kairos, cioè occasione, possibilità di rinnovazione e rinascita.
Auguro a tutti di cogliere la luce che, seppur a volte flebile, spezza le giornate e le alimenta, insegnandoci così a diventare cacciatori e custodi di bellezza!

Buona Pasqua!


                                                                                                                    Sabrina Bocedi

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