SOLA AD SOLUM - di Francesca F.
Chiudo
gli occhi e vedo avanzare il tuo passo leggero. Ci fermiamo l’una di fronte
all'altro.
Appoggiamo
a terra le cartelle, nessun insegnante in arrivo, nessun compagno.
Sento
che avresti voluto confidarmi qualcosa, ma non ti vengono le parole.
La
città tace, senza volti. Abbiamo la strana sensazione di essere braccati.
Vivo
questo incontro come in trasparenza. Ripeto il tuo nome.
Ho
paura che questo nome finisca per separarsi dalla persona che lo porta e brilli
solo nella mia immaginazione, a forza di non pronunciarlo. Non esco da questo
sogno che mi dà il potere di ricordare le cose belle, i momenti felici in
classe con te.
Resta.
Sono attimi dorati, ma di un oro sospetto, di una lega fragile.
Questo
noto corridoio riceve gli echi, i rimproveri, di una voce lontana.
Ti
chiama, devi tornare, come se avessi dimenticato di spegnere una luce.
Prima
che tu parta, cerco la tua mano, un contatto caldo che va dalla pelle al cuore.
Oggi
questo è vietato. Invece sfumi, quando
mi avvicino troppo.
Incapace
di fermarmi a un metro da te.
Francesca F.