Iran: le numerose proteste

Sono passate poche settimane da quando sono iniziate le manifestazioni e la partecipazione emotiva in seguito all’uccisione brutale ed ingiusta della ventiduenne curdo-iraniana Mahsa Amini dovuta al fatto che non portasse il velo correttamente.

Oltre a questo, l’Iran in generale sta passando una grande crisi economica, vengono condivisi di continuo video di lavoratori della raffineria petrolifera a sud di Teheran che protestano sorprendentemente insieme ai medici e video di poliziotti che sparano ad altezza uomo.

Cresce perciò sempre di più nelle ultime settimane la solidarietà per questo paese; ragazze di ogni età hanno bruciato l’hijab e si sono tagliate i capelli come simbolo di protesta che si è diffuso poi successivamente in tutto il mondo, proprio come il caso avvenuto negli ultimi giorni di una giovane atleta.

Elnaz Rekabi, la giovane climber iraniana, ha infatti gareggiato a Seul senza velo, obbligatorio per tutte le atlete iraniane in patria e all’estero, in segno di solidarietà. La ragazza poi ,secondo Iran Wire, sarebbe stata arrestata appena tornata a Teheran e trasferita ad Evin, la nota prigione di prigionieri politici, al contrario di quanto postato dalla stessa ragazza giorni dopo, spaventando i suoi parenti e parte del popolo iraniano perché irraggiungibile al telefono. Elnaz Rekabi ha infatti spiegato inizialmente su Instagram che l’hijab le era caduto prima della competizione e, davanti agli intervistatori ,ha poi aggiunto di esser stata chiamata a gareggiare inaspettatamente; a queste risposte non hanno creduto in molti, infatti verrà fatta un’inchiesta.

L’immagine dell’atleta ha però raggiunto molte parti del mondo e secondo l’agenzia degli attivisti per i diritti umani iraniani, quasi 300 persone sono state uccise dall’inizio delle dimostrazioni, tra cui 32 minori almeno. L’ultima vittima risulterebbe una sedicenne, Asra Panahi che insieme ad altre sue compagne si è rifiutata di cantare un inno dedicato alla Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, che intanto, nel miserabile tentativo di contrastare queste proteste, si fotografa con una classe di alunne universitarie ricoperte totalmente dal velo chador e con la mascherina utilizzata durante la pandemia…





 

 

Rebecca Fontanesi

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