In Fuga Dalla Siria
Il 22 Novembre siamo andati nei locali della parrocchia di Gesù Redentore per partecipare alla mostra interattiva “In fuga dalla Siria”. La mostra è stata ideata dall'associazione di Reggio Emilia "Granello di Senapa", allestita e proposta a Modena dal Centro Missionario diocesano e dall'associazione Bambini nel deserto, con il fine di sensibilizzare le persone sul tema dei migranti. Il percorso della mostra consiste nel mettersi nei panni di un profugo per cercare di apprendere quello che sta succedendo oggi nel mondo e che, inevitabilmente, ci coinvolge anche nel nostro quotidiano. Il progetto prevede due viaggi: il primo compiuto singolarmente, mentre il secondo con un compagno, con il quale si forma una famiglia. All’inizio di entrambi i viaggi ci hanno assegnato un passaporto siriano e 20.000 dollari per pagare gli spostamenti ed eventuali viveri. La mostra è interattiva: ogni stanza presenta dei cartoni numerati, sparsi in modo casuale, all’interno dei quali sono proposte due diverse scelte. Ad esempio nel primo cartello si doveva scegliere se andare in Egitto, per la rotta via mare o in Turchia, per la rotta via terra. In base alla decisione si doveva pagare per poter compiere il viaggio e solo allora si poteva andare al secondo cartello a cui si veniva indirizzati e continuare il viaggio, ogni volta dovendo compiere una scelta. Quello con la famiglia si svolge con le stesse modalità ma con due differenze: all’inizio sono concessi dieci secondi per prendere più cose possibili, potendo scegliere tra viveri, coperte, telefoni, pentole, salvagenti… inoltre c’è un banco dei pegni con la possibilità di vendere effetti personali in cambio di denaro, infatti i 20.000 dollari, dati inizialmente, non erano sufficienti per compiere il viaggio con una famiglia, composta in media da 4 persone. Alla fine di entrambi i viaggi si viene indirizzati in una stanza dove sono esposti dei pannelli che descrivono le storie di persone, alcune in anonimo, che hanno compiuto davvero un viaggio simile a quello che abbiamo fatto noi. Nell’ultima mezz’ora abbiamo parlato con due giovani, Anna e Diego, che lavorano da anni nei campi profughi della Grecia e sulla rotta balcanica, che ci hanno spiegato in cosa consiste quello che fanno e ci hanno fatto sentire la testimonianza di un ragazzo siriano che, dopo diversi anni passati tra un posto e un altro, senza studiare e cercando di guadagnarsi da vivere facendo il sarto, è riuscito a raggiungere la Germania dove ha potuto riprendere gli studi e una vita normale. Il progetto è stato molto bello e significativo, sicuramente uno tra i più coinvolgenti fatti finora; pensiamo che siano riusciti nel loro intento di sensibilizzare le persone su questa questione in un modo leggero e semplice. Ci si rende conto che si tratta di momenti in cui la vita è appesa a un filo, ogni scelta è questione di vita o di morte e non si sa mai cosa accadrà dopo.
Greta Latorre 4D
Eleonora Scacchetti 4D
Foto a cura di
Massimo Gherardini