La crisi Russia-Ucraina

 La Russia ha schierato da mesi circa 100mila soldati lungo il confine orientale dell’Ucraina, dove si trova la regione filorussa del Donbass; su quello meridionale, nella Crimea annessa nel 2014, e nelle ultime settimane ha inviato altre truppe in Bielorussia, sul confine settentrionale del Paese, ufficialmente per un’esercitazione. Questo dispiegamento militare, però, (l’Ucraina è circondata su tre lati) fa temere un’invasione imminente, che tuttavia Mosca nega: l’Ucraina ha comunque schierato l’esercito, mentre il presidente americano Joe Biden ha già messo 8500 soldati in stato di allerta per la crisi ucraina: lo ha annunciato il portavoce del Pentagono John Kirby. «Gli alleati della Nato stanno mettendo le forze in allerta e stanno inviando navi e caccia in Europa dell'Est, per rinforzare la nostra capacità di deterrenza e difesa, mentre la Russia continua ad aumentare la propria presenza militare dentro e fuori dall'Ucraina», è quanto scrive in una nota la Nato. Mentre il Cremlino accusa la stessa Organizzazione di alzare la tensione.

Il presidente americano Joe Biden sta valutando la possibilità di schierare migliaia di truppe nei Paesi Baltici e in Europa dell'Est per fronteggiare un'eventuale invasione russa. In un incontro di sabato a Camp David, alti funzionari del Pentagono hanno presentato a Biden diverse opzioni, tra cui l'invio da 1.000 a 5.000 soldati con la possibilità di aumentare di dieci volte questo numero se le cose dovessero deteriorarsi.

Il Consiglio dell'Ue ha approvato le conclusioni sulla situazione della sicurezza europea, affermando che «la sicurezza europea è indivisibile e che qualsiasi sfida all'ordine di sicurezza europeo incide sulla sicurezza dell'Ue e dei suoi Stati membri». 

Nelle sue conclusioni il Consiglio condanna le continue azioni aggressive e le minacce della Russia nei confronti dell'Ucraina e invita la Russia a ridurre l'escalation, a rispettare il diritto internazionale e ad impegnarsi in un dialogo costruttivo attraverso i meccanismi internazionali stabiliti.

Come affermato dai capi di Stato e di governo dell'Ue alla riunione del Consiglio europeo del dicembre 2021, qualsiasi ulteriore aggressione militare della Russia contro l'Ucraina avrà conseguenze enormi e costi elevati.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha comunicato che il Presidente russo Vladimir Putin «nella sua qualità di comandante in capo delle forze armate e responsabile della nostra politica estera, adotta le misure necessarie per garantire la sicurezza della Russia e gli interessi dei cittadini russi». Il livello della tensione è alto: «Siamo stati noi ad avviare i negoziati, le consultazioni sulle garanzie di sicurezza, e ci aspettiamo di ricevere risposte scritte, per evitare situazioni tese come queste in futuro», ha aggiunto, denunciando 

«l’ambiente aggressivo» che circonda la Russia. «Leggiamo dichiarazioni di Paesi Nato decisamente non amichevoli, nei nostri confronti.»

Intanto l'Ue ha varato un pacchetto di aiuti finanziari all'Ucraina «da 1,2 miliardi di euro». Lo ha annunciato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. «L'Ucraina è uno Stato libero e sovrano e l'Ue è al suo fianco ed è fermamente impegnata alla soluzione della crisi>, ha aggiunto von der Leyen.

Della crisi in atto ha parlato la ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock: «Ci troviamo in una situazione in cui mi preoccupo di prendere tutte le misure possibili per un dialogo più disteso, per chiarire al governo russo che dobbiamo dialogare e dobbiamo usare il Formato a quattro. Allo stesso tempo, siamo pronti ad affrontare qualsiasi situazione». 


Cause del conflitto:

Il conflitto fra Russia e Ucraina nasce a febbraio 2014, quando il popolo ucraino ha cacciato il presidente filorusso Viktor Yanukovich, instaurando un governo ad interim filoeuropeo non riconosciuto da Mosca. Vladimir Putin ha risposto annettendo la Crimea e incoraggiando la rivolta dei separatisti filorussi nel Donbass, regione nel Sudest del Paese. Oggi le generazioni più giovani spingono l’Ucraina verso l’Europa, e anche l’attuale presidente Volodymyr Zelensky è vicino all’Occidente. Il conflitto, però, ha radici più antiche e profonde. Il presidente russo ritiene che il suo Paese abbia un «diritto storico» sull’Ucraina, che faceva parte dell’Unione Sovietica fino al collasso del 1991: lo ha anche scritto apertamente in un articolo pubblicato lo scorso anno, in cui definisce Russia e Ucraina «una nazione». L’Ucraina, inoltre, condivide con la Russia un confine di 2.200 chilometri.


Giulia Peduto


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