IL PRIMO RE




Avevamo appena fissato il compito di disegno tecnico per il lunedì successivo, quando quell’angelo della nostra prof. di latino si è seduta alla cattedra dicendo: “Ragazzi, vorrei portarvi al Raffaello per farvi guardare un film sulla nascita di Roma, avete per caso qualche impegno lunedì?”.  È bastato un diretto “assolutamente no, prof.” da parte nostra ad eliminare quel compito di disegno tecnico dalla nostra vista – anche se è semplicemente stato rimandato, ma  ci abbiamo provato.
Nonostante ciò, non sono qui per raccontarvi aneddoti della mia vita scolastica, ma  per informarvi sul film che abbiamo visto. Il film di cui oggi voglio parlarvi è “Il primo re”, un film italiano del 2019 diretto da Matteo Rovere. Le vicende sono ambientate nel 753 a.C., anno di fondazione di Roma secondo la tradizione, ed il film è una rivisitazione del mito di Romolo e Remo, interpretati rispettivamente da Alessio Lapice e Alessandro Borghi. I dialoghi, parecchio scarni, sono recitati in latino – un latino molto antico, precedente addirittura a quello parlato in età arcaica – e di conseguenza si tratta di un film con sottotitoli.
La storia comincia quando i due fratelli, vicini al Tevere per far pascolare il loro gregge, vengono completamente travolti dall’esondazione del fiume, ritrovandosi poi sulla sponda opposta. Romolo e Remo vengono trovati svenuti nel territorio della potente città di Alba Longa insieme a parecchi animali, anch’essi  colpiti dall’esondazione, e vengono fatti schiavi dagli albani. Nel momento in cui sono costretti a combattere contro altri uomini ridotti in schiavitù, riescono a ribellarsi e ad uccidere la maggior parte degli albani presenti. Romolo viene ferito e Remo decide in ogni caso di portarlo con sé,  caricandolo sulle spalle. Così gli uomini si dirigono verso il fiume, portando con loro anche la vestale per volere di Romolo. Arrivati al fiume, si vedono costretti ad attraversare la foresta e ad affrontare di conseguenza i guerrieri del villaggio dei Testa di Lupo. Vinti i guerrieri avversari, Remo, diventato capo degli uomini che erano scappati con lui, si pone al comando del loro villaggio. Proprio qui, chiede alla vestale di predirgli il futuro e lei, obbedendo all’ordine, gli preannuncia il fatto che uno dei due fratelli sarebbe dovuto morire per permettere all’altro di fondare l’impero più longevo di tutti i tempi. Remo non accetta il volere degli dei e, dopo aver legato la vestale nella foresta e averla lasciata in preda alla belve, dà fuoco al villaggio. Romolo invece, ormai guarito, vedendo ciò che il fratello aveva fatto, decide di aiutare a ravvivare il fuoco sacro che era stato spento e di proteggere gli abitanti del villaggio che, insieme a lui, cercano di raggiungere l’altra sponda. Intanto Remo, insieme ai suoi uomini, raggiunge la riva del fiume e viene colto di sorpresa dai guerrieri albani. Così, insieme al fratello arrivato giusto in tempo, riesce a sconfiggerli per la seconda volta. Romolo allora, per onorare i defunti, traccia il cerchio sacro e invita il fratello a porre anche i cadaveri dei suoi uomini all’interno di esso. Remo, che non crede più all’esistenza degli dei che gli erano stati avversi, decide di affrontare in fratello oltrepassando  armato il cerchio sacro. Allora di due fratelli combattono e Remo muore, perciò Romolo, insieme agli uomini sopravvissuti e al cadavere del fratello defunto, oltrepassa il fiume e raggiunge la sponda opposta. Lì onora il corpo di Remo e fonda Roma.
Dunque, è arrivato l’atteso momento del commento! Ho trovato questo film molto interessante e davvero ben realizzato, sia per quanto riguarda l’interpretazione degli attori sia per quanto riguarda l’ambientazione. Forse a tratti risultava un po’ noioso, essendo i dialoghi molto scarsi ed essendo alcune scene molto lente.
Nel complesso, il film mi è piaciuto molto e perciò lo consiglio a chi è solito apprezzare questo genere. Se però i film molto sanguinosi non sono alla vostra portata, questo film sicuramente non è adatto!
Trovate “Il primo re” al cinema dal 31 gennaio 2019.

Elisa Borghi

Post popolari in questo blog

PASTA CON LENTICCHIE ALLA PUGLIESE - prof. Mauro Alò

ANIME SCALZE - FABIO GEDA

La voce di Francesca, il silenzio di Paolo: compassione e nostalgia nel canto V