BREVI PENSIERI DA CONDIVIDERE - studenti 4^B
Fino a poco più di un mese fa
vivevamo una vita troppo frenetica, abituati alla nostra quotidianità, facevamo
ormai molte cose come se fossimo delle macchine, dei robot, senza pensare a ciò
che era davvero importante. Ora invece siamo stati costretti a bloccare
improvvisamente tutto, e nonostante la situazione sia molto spiacevole, abbiamo
più tempo per riflettere e per pensare al vero valore della vita. Possiamo
finalmente dedicare del tempo a noi stessi, e soprattutto alle nostre famiglie,
che spesso invece dimenticavamo. Capiamo la bellezza di stare vicini e di
passare del tempo insieme. Capiamo l’importanza dei piccoli gesti, che prima ci
apparivano banali: un abbraccio, una semplice stretta di mano, il dialogo, una
serata tra amici, ora tutto ciò ci manca tantissimo, ma sarà ancora più bello
quando potremo rivederci tutti e dire “è finita!”.
Anonimo
Stare a contatto insegna
di Riccardo Borciani
Al termine della quarantena la maggior parte
delle persone sarà cambiata non solo fisicamente, non avendo più modo di
frequentate palestre o semplicemente correre all’aperto, ma soprattutto
psicologicamente. La routine è bruscamente cambiata e di conseguenza ci siamo
trovati in difficoltà, infatti non tutti purtroppo sono riusciti a rispettare i
limiti posti. Personalmente la quarantena si è rivelata anche come opportunità
per sperimentare nuove attività per le quali non avrei mai speso tempo
precedentemente; anche dal punto di vista dei rapporti, da una parte è stata
dura non parlare più faccia a faccia con gli amici, ma dall’altra si sono
stretti i rapporti con la propria famiglia con la quale prima magari non si
passava molto tempo a causa del lavoro e della scuola . Nonostante un giorno
finirà tutto, la paura non andrà mai via, tanto che molte persone pur potendo
uscire avranno l’effetto opposto a quello della maggior parte dei giovani che
tenderà a uscire e incontrarsi con i propri amici appena possibile. Io sono
positiva, utilizzando le giuste precauzioni fino a quando si troverà il
vaccino, ma soprattutto se tutti le utilizzeranno, penso che la situazione
migliorerà e le nostre routines personali e quelle di ogni paese ricominceranno
con attenzioni diverse e mentalità diverse dopo aver riconosciuto gli errori
fatti.
di Amanda Fierro
In questo periodo di quarantena è necessario
rimanere a casa, sacrifichiamoci oggi e sacrifichiamo questi giorni per poterci
vedere e stare insieme domani o il prima possibile
di
Andrea Lucentini
L’uomo ha sempre avuto differenze all’interno della sua società.
La storia insegna che il ricco ha sempre avuto più privilegi rispetto al povero
e anche in questa situazione: basti pensare al fatto che molte persone muoiono
di questo virus in casa senza sapere di essere malate, mentre persone vicine a
uomini importanti ricevono un tampone nonostante siano asintomatiche. Questo
avvenimento non cambierà l’uomo, come nulla lo farà.
Da sempre
l’essere umano ha cercato di spingersi oltre i limiti della sua conoscenza,
tralasciando le conseguenze e non rispettando la natura. Ma questo avvenimento
ci insegna che l’uomo rimarrà sempre inferiore alla forza di essa e che non
rispettarla porta a delle conseguenze.
di
Leonardo Marcato
Quarantena: "detta anche contumacia, è un isolamento forzato,
solitamente utilizzato per limitare la diffusione di uno stato pericoloso,
spesso una malattia”. Questa è l’irreale condizione che stiamo vivendo in
questo periodo. Nei primi mesi quest’idea non veniva neanche contemplata, da
noi ragazzi, eravamo piuttosto scettici, “ma non arriverà mai in Italia”,
pensavamo, e invece è andata così. Il morale di tutti è sotto i piedi,
probabilmente ci sentiamo soffocati dalla nostra casa e famiglia. Benché io
condivida appieno queste sensazioni, penso che l’unica cosa che si possa fare
sia adattarsi e vederne i lati positivi. Le circostanze ci costringono a stare
con noi stessi e “considerare la nostra interiorità”. In breve, per un po’, il
divertissement è finito. Se prima non avevamo tempo per schiarirci le idee, ora
siamo pieni. Se non avevamo tempo da passare con la famiglia ora ce l’abbiamo.
Però gli amici? Per quanto applicazioni e social media possano esserci utili
per mantenere i contatti e farci sentire più vicini, questa possiamo dire sia
la sensazione che manca di più. La loro mancanza che sentiamo, ora che ci è
impossibile incontrarli, unita al forzato confronto con noi stessi, penso che
porti a un forte pentimento; di non aver passato più tempo con loro faccia a
faccia prima, di aver rifiutato uscite perché preferivamo stare soli a casa...
ma con ottimismo, credo che a un pentimento così non possa che seguire un
risvolto positivo a fine isolamento. Se prima della quarantena non si sapeva
bene come fare a passarsi il tempo nei pomeriggi liberi, sicuramente ora siamo
pieni di progetti, di idee che durante questo lasso di tempo ci sono stati
negati.
Isolamento sociale obbligato. Credo che
nessuno di noi avesse mai veramente pensato a questo termine fino a quando non
ci siamo finiti dentro. Certo è difficile affrontarlo, ma l’era tecnologica in
cui viviamo ci aiuta tanto in questo. Abbiamo diversi modi per tenerci in
contatto a distanza con i nostri cari e con i nostri amici e tante volte nella
normalità della nostra vita questo ci bastava; quante volte abbiamo scritto un
messaggio piuttosto che parlato a voce con una persona? e quante volte abbiamo
preferito rimanere a casa a guardare un film piuttosto che uscire? e questo
perché abbiamo sempre dato per scontata la possibilità di farlo in un altro
momento. Ora questa possibilità ci è negata e più di ogni altra cosa
desideriamo il contatto umano, ci manca abbracciarci e ci manca vedere le
persone in faccia quando ci parliamo. Perché tante volte un messaggio non basta
e può essere frainteso. E allora ci rendiamo conto che vedere una persona in
faccia quando le si parla, osservare ogni movimento ed ogni espressione è
importante. Per tante persone incapaci di esprimere il loro affetto e le loro
emozioni a parole il contatto è tutto, non posso immaginare come si senta una
persona che in questo momento non sa come esprimere il suo disagio perché non è
capace di farlo con le parole. Tante volte mi è capitato di capire che qualche
cosa in un amico non andava soltanto dallo sguardo e ora questo mi è stato
tolto e chiedere come stai con un semplice messaggio non sembra bastarmi. Sono
sicura che questo momento che stiamo passando cambierà la nostra visione della
vita, non daremo più per scontato un abbraccio o un’uscita con gli amici e
preferiremo parlare di persona piuttosto che scrivere un messaggio. Forse
questo è l’unico lato positivo di questa disgrazia che è accaduta, forse ne
ricaveremo qualcosa di positivo. Noi che siamo la generazione digitale forse
rivaluteremo la realtà delle cose e la fisicità.
Anonimo
Secondo
me in questo periodo molto duro per il mondo intero la cosa più eclatante è che
la gente ha paura, una paura nuova poiché non si è mai dovuto affrontare un
simile evento.
Non si
sanno ancora i danni che alla fine di tutto questo virus causerà al mondo e
quindi vige anche molta incertezza.
Comunque credo che quando passerà ogni
problema riguardante questo fatto le persone non avranno ancora capito l’errore
commesso e perciò non si imparerà nessuna lezione, dato il comportamento che
hanno avuto molte persone.
di
Nicolò Sturiale