" Mia nonna la cucinava in maniera fantastica, io un po' meno. Per chi ci vuole provare..." (cit. Alò) Ingredienti (4 porzioni): • 240 gr lenticchie precotte • 2 cucchiai di passata di pomodoro • sale q.b. • peperoncino q.b. o pepe q.b. • 3-4 cucchiai di olio extra vergine d’oliva • 200 gr di pasta (spaghetti spezzettati a mano, 2-3 cm) • 1 spicchio di aglio • ½ cipolla • ½ costa di sedano • ½ carota Procedimento: Versare in un tegame 3-4 cucchiai d’olio extra vergine di oliva. Aggiungere il trito misto di carota, cipolla e sedano e lasciare soffriggere appena. Volendo si può aggiungere uno spicchio d’aglio schiacciato che andrà successivamente tolto. Pronto il soffritto si aggiungono le lenticchie, due cucchiai di passata di pomodoro, sale e peperoncino o pepe. Si lascia cuocere per qualche minuto e ogni tanto si unisce un po’ di acqua. A fine cottura (circa una ve
Partendo dal presupposto che prima di leggere questo libro ne ho letto un altro che non mi ha soddisfatto ma leggermente annoiato, questo romanzo è stata la luce nell’enorme e profonda voragine buia e tenebrosa di disperazione che risucchia lentamente le persone, chiamata Noia. Ora voi vi starete chiedendo che razza di libro ci hanno fatto leggere per le vacanze di Natale, ma dovrete aspettare una prossima recensione per scoprirlo; se invece eventualmente non ve lo stavate chiedendo, cosa molto probabile, beh, aspettare la prossima recensione è comunque un’ottima idea. Ma non perdiamoci in cose al momento futili. Oggi sono qui per parlarvi, come avete potuto notare dal titolo, del libro “Anime scalze”. Questo libro, opera del famoso scrittore Fabio Geda e pubblicato dalla casa editrice Einaudi nel 2017, fa parte della categoria Stile Libero Big. Le vicende di cui il libro narra in modo giovanile – e senza censu
La voce di Francesca, il silenzio di Paolo: compassione e nostalgia nel canto V Il canto V si apre con la violenza di una bufera che sferza le anime, affatica il loro respiro. Nel suo tumulto si intravvedono due figure che trascorrono l’eternità avviluppate insieme: sono Paolo e Francesca, sorpresi nella leggerezza del volo che li unisce e li sospinge avanti nel vortice infernale. Il loro giungere dove il vento della bufera si acquieta dischiude il dialogo con Dante. La narrazione d’amore è affidata al dire e descrivere e affabulare di Francesca. La sua lingua confina con il silenzio di Paolo. La sua voce con il suo pianto. Solo il silenzio delle lacrime, non il rumore del linguaggio, può nominare e conservare intatto il dolore per un tempo consegnato al “mai più”, per una vita precedente che mai torna. Mentre sul suono di ogni parola si posa l’ombra della nostalgia e sulla profondità della sua assenza la parvenza del ricordo: E quella a me: “Nessun maggior dolore