Non c'è buio - Riccardo Mantovani

Non c’è buio 


fraintendi le parole 


tremi, 5 ore 


balbettii del sole 


la bellezza delle cose 


comprendi tutto nell’istante in cui non capisci niente 


il primo pensiero: non vuoi mi vedano


il secondo: sarà così per sempre? 


il terzo: i tuoi pensieri, spero muoiano con me 


dove si giunge nella paura? 


Ti sento solo peggio per esserti aperto


con chi ha fin troppa premura 


per un tossico di sentimenti, quale sei adesso: 


un cane, dietro le sbarre del cancello


isolato, abbandonato alieno del suo branco 


nel giardino sporco e in disuso 


aspetta un estraneo che lo capisca 


lo accarezzi, scappi e ritorni: il suo abuso 


ogni giorno, sempre alla stessa lancetta. Non lo soddisfa.


Hai gettato la cenere sui miei lacci 


scivolo tra i tralicci, i socialismi 


marciapiedi di saliva e lirismi   


puzza di vita, buttata tra mozziconi finiti 


ma è questo. La gomma sotto i piedi 


tremi e tremi, ti fermi, le mani, i gesti 


le parole, le persone, il dolore senza freni;


giù per la collina, senza che nessuno ti fermi.


Sprofondi nel vuoto, buio del bicchiere 


giovane, super alcolico senza barriere. 


Sprofondi nei bassifondi dell’aria celebrale:


il palloncino di una festa che fai rimbalzare


tra le mani alle orecchie, per il mal di testa


mi ferisci a singhiozzare. Grazie amore


scappi; i clacson e le sirene. Rumore.


Ho gettato tutto al vento. Il vetro e l’argento. 


Il caldo e il freddo. L’essere e l’avere portamento. 


Ti ho gettato, tutti via; ma per una mera poesia 


che ora, che sia solo o non - a quel che dicon -


neanche mi soddisfa. 


Ho letto tutte le pagine che scrissi, e mai vidi tale eclissi:


non c’è la vista degli scheletri delle foglie 


vedo solo sagome senza forme 


ancore in fondo il - il - tuo nome 


toccano il centro 


rifletti solo Fuggente Nuvoloso 


negli specchietti e finestrini 


Cangiante Grigio Verde senza filtri 


veli di strascichi bambini 


al sol calante di menzogne 


no, non mi soddisfi, mi dispiace 


quindi versa ancora 


quindi sarà infinitamente perpetuo?


Per colpa mia. 


Saremo insieme fino al traguardo:


affogando nell’effluvio;


arrancando nel fumo; 


assordando nel buio. 


Il sole splende di nuovo,


domani pioverà, e mi penserete 


prenderà fuoco il mio movimento tremolante, 


striscerò come un verme inerme nelle alte erbe


di queste selve piene di fiere bestie che deluderò.


Mi riconosci, mi sopporti, ma non siamo mai insieme: 


chi non si vuol bene non può capire, carpire


la presenza di abbracci, baci e presenze. 


A versi scanditi


distanziati, setacciati


tutto il buio dei pianeti 


per lasciarsi, per te piansi 


tutto l’oscuro dei miei sorrisetti: 


ferii, perii, abbellii, mentii, agii, alleggerii 


a respiri fini e sottili, scanditi, trattenuti 


sopravvissi 


perché Non c’è Buio qui.

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