Zirudela dei pensionandi – A.D. 2022

 


E purtroppo anche quest’anno

dalla scuola in molti se ne vanno;

pensionandi, così vengono definiti

adesso che i giorni di scuola sono finiti.

Non procederò in ordine alfabetico,

ma seguirò un mio personale senso estetico,

passando da questo a quello

iniziando con la signora Santaniello

Toccherà quindi a un cognome più diffuso

che in queste zone è molto in uso.

Insomma passando da ello a elli

parleremo di Roberta Berselli

e tra una rima e una battuta

visto che gente allegra il ciel l’aiuta

nel continuar a far stornelli

toccherà al collega Franco Vivarelli

Continueremo con il nostro tour degli elli

parlando di te, Franca Venturelli

E passando dagli elli agli olli

ritroveremo il nostro Luigi Colli

E quindi dopo tutti questi discorsi

passeremo alla collega Iris Montorsi

E continuando a usar modi carini

chiuderemo con Maura Casini

 

Carissima signora Santaniello

i più non sanno che il tuo cognome è quello,

perché sei nota, al grande pubblico, come Imma

con cui non è certo semplice fare la rimma,

ma tu non te ne avrai a male per questa forzatura

perché sei sempre una forza della natura,

perché con te ho sempre scherzato

e mai a quel paese mi hai mandato,

di questa scuola sei stata una colonna

da sempre, da Mario ai Madonna,

e sicuramente anche da prima

e stavolta viene proprio bene la rima.

Tante volte arrivavo con la piccola prole

ed erano sempre gentili le tue parole

anche se scorrazzavano per i corridoi

mentre la Cassanelli ne diceva … e poi e poi.

Cara Imma la dolce, dal buon cuore,

cercata dai ragazzi al cambio delle ore,

ti si sente arrivare, come le navi,

grazie al solito suono delle tue chiavi.

E come la nave lascia la scia

tu resterai dentro di noi anche se vai via.

 

Carissima collega Roberta Berselli

iniziamo con te la serie degli elli,

come seconda pensionanda, la prima è già andata

e noi continuiamo sempre con la rima baciata.

Anche tu della scuola sei un pilastro

e velocemente riavvolgiamo il nastro.

Sempre attenta ad ogni particolare

non potevi che la matematica amare:

hai insegnato algebra, logica e geometria

non da mamma ma sicuramente da zia

infatti i tuoi studenti, così hanno detto,

ti ricorderanno sempre con grande affetto

ma dalle tue lezioni ha imparato anche altra gente

perché anche senza microfono Roberta la si sente.

Abbiamo lavorato insieme alacremente

e dei miei figli sei stata anche docente

impresa molto complicata e ardita

lavorar con me e pezzi della mia vita

e allora mi sorge spontanea la domanda

per la cara collega pensionanda:

chissà se a portarti a questa decisione finale

sono stati i membri della famiglia Sturiale?

 

Carissimo collega Franco Vivarelli

terzo, come il segno zodiacale dei gemelli,

anche tu al Willy da una vita:

meglio non fare il conto con le dita.

Ricordo che quando arrivai,

con l’orario iniziarono i guai:

ci mettemmo tutti e due per trovare la soluzione

e tra richieste strane, cattive e buone

mi facesti conoscere colleghi e presidenza

e da allora, grazie a te, di ognuno colsi l’essenza.

Tantissimi ricordi di quelle giornate,

una fra tutte la ricordiamo sempre con risate:

consiglio da amici e soprattutto di cuore

stai alla larga quando la collega aumenta il suo rossore.

Poi velocemente il tempo è passato

e adesso, Franco, sei quasi pensionato

ma viste le tue passioni e i tuoi interessi

sarai sempre in giro in posti mai sempre gli stessi

con la tua cara bicicletta Umberto

ora in una piazza ora in un concerto

o con il soccorso alpino o in montagna

e noi qui con studenti di fronte la lavagna.

 

Carissima collega Franca Venturelli

quarta a chiudere il ciclo dei trielli.

Il ricordo va al Collegio docenti

quando al termine una voce senti

“Ecco, è finito, è l’ora di andare,

non stiamo ancora qui a blaterare”.

Così dal posto s’alza un figurino,

rosso scarlatto di vestito fino,

bionda la testa, taglio sbarazzino,

tacco dodici in tinta col giacchino.

Nei corridoi del Willy già manca

quel tocco di eleganza di Franca:

le aule diventeranno bigie, si capisce,

senza il colore delle tue camicie lisce

senza l’abbinamento sempre nuovo e fresco,

almeno così con la rima riesco,

di trucco e di borsetta

a mo’ di regina Elisabetta.

Adesso scomparirai uscendo dalla porta,

ma, tutto sommato, cosa importa

perché, senza ma e senza se,

ciò che lasci dietro di te,

una volta che sei andata via,

è un profumo di Chanel e di sapida ironia.

 

Carissimo collega Luigi Colli

tu sei il quinto tra i miei sette protocolli.

I ragazzi, così hanno detto,

stando al nostro giornalino benedetto:

ci mancheranno le sue verifiche di disegno

dove la musica sgravava l’impegno

ci mancheranno le sue lezioni

perché nonostante spiegazioni e interrogazioni

il clima è sempre rimasto sereno

sia che si prendesse un più sia un meno.

Ricorderemo con nostalgia la sua comprensione

per lo studente meno attento alla lezione

ed il suo insegnamento a ritrovar in tutto o in parte

la bellezza insita in ogni forma d’arte.

Quanto sono bravi e attenti

i nostri cari e colti studenti!

Luigi, anche noi colleghi sempre con nostalgia

ricorderemo la tua gentilezza e simpatia

i tuoi disegni e le tue risate

e le pause con delle grandi pipate,

e anche se questa volta la pausa è definitiva

la tua verve sarà tra noi sempre viva.

 

Carissima collega Iris Montorsi,

sesta di questi protocolli, spero senza ricorsi,

anche tu docente di disegno e storia dell’arte

ma questa, delle attività, era solamente una parte

ti sei occupata anche di pcto, ex alternanza,

altro che cielo in una stanza,

nella commissione classi insieme abbiamo lavorato

dei ragazzi tante cartelle spostato

cercando di far sempre il comune bene

spezzando oculatamente le famose “catene”;

io di disegno proprio non ne mastico

ma sicuramente “dal progetto al plastico”

è stato da sempre così rinomato

che me lo sono anche sognato;

quando arrivai eri parte dello staff-Cassanelli

quando ancora c’erano gli acquarelli,

e mi chiedesti se ero single o accompagnato

perché con qualche collega mi avevi già piazzato;

da allora tanti anni sono trascorsi

e siamo stati spesso colleghi nei vari corsi

ma adesso che hai deciso di andare

cara Iris, assieme ai colleghi, siamo qui a salutare.

 

Carissima collega Maura Casini

davanti a te siamo tutti più piccini,

settimo ed ultimo elemento fantastico

di questo indimenticabile personale scolastico.

Tanto gentile e sempre dal sorridente aspetto

entri a scuola col tuo zainetto,

per arrivare alla vicepresidenza,

dopo aver saputo dell’improvvisa assenza:

chi ti ferma, chi ti saluta

chi dice “A me chi mi aiuta?”

e a questa bisognosa richiesta

diventi del mondo la persona più lesta

e così ancora prima di arrivare alle sostituzioni

hai già risposto non ad uno ma a milioni.

Più di un collega ha chiesto un permesso

un ragazzo un’uscita, un altro un ingresso

e allora da Anna a Gianfranco

ti chiedono una firma in bianco;

ma oggi è giorno di staff

e allora un, due e tre, paff

in un baleno sei già dalla Dirigente

dicendo “Scusate se ancora non ho fatto niente”.

Sei stata da sempre una gran docente

super apprezzata da qualsiasi studente

e ovviamente anche come collega

ma negli ultimi anni sei diventata mega

perché ti sei potuta far anche apprezzare,

dalle persone nuove alle più care,

nella tua veste organizzativa e sagace

mediando, per cercare sempre la pace,

tra dirigente, segreteria e docenza

senza mai perdere la pazienza.

Purtroppo, per noi, è stato il tuo ultimo anno

e all’inizio andremo in affanno

ma onorando il tuo spirito operoso

e soprattutto fortemente generoso

cercheremo di far del Willy una scuola più bella

mentre tu passerei il tempo con un sudoku a Pinarella.

 

Ecco adesso siamo veramente giunti alla fine

sperando di aver trovato per tutti parole carine

con queste zirudele o zirudelle

molto lontane dall’essere belle.

Ma volevamo cogliere l’occasione

per ricordar la vostra professione

e quello che avete fatto per la scuola

utilizzando corpo, mente e parola.

E così vi abbiamo salutato tutti quanti

e se per il csa adesso si tratta di posti vacanti

per noi che conosciamo il vostro vero valore

si tratta di un toccante colpo al cuore

e queste poche rime, e di tutti ho il consenso,

servono a dirvi un grazie immenso

e che ci mancherete veramente tanto

ma non vorrei provocare di qualcuno il pianto.

E allora direi che è meglio chiuderla qui

Vasco direbbe va bene, va bene così

e con le parole della sua famosa canzone

vi auguriamo della vita una meravigliosa nuova stagione.






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