Proteste in Iran

Prima esecuzione per le proteste in Iran.

Nuova escalation nelle proteste che interessano la Repubblica Islamica ormai da tre mesi. 

L’otto dicembre di questo 2022, mentre noi festeggiavamo l’Immacolata, l’Iran ha visto l’impiccagione all’alba del primo condannato a morte per le manifestazioni seguite al caso di Masha Amini, uccisa a bastonate per non aver indossato correttamente il velo. Il suo nome era Mohsen Shekari, aveva 23 anni ed era in carcere da settembre. Il suo assassinio è stato deciso da una corte di giudici e magistrati che lo ha giudicato colpevole di “inimicizia contro Dio”. Il ragazzo, dopo aver bloccato una strada della capitale iraniana e ferito un membro delle forze dell’ordine, era stato arrestato come rivoltoso. Dopo l’impiccagione, fanno sapere i famigliari, il corpo non è stato riconsegnato.

In tutto il Paese da tre mesi le masse si riversano nelle strade e la polizia interviene con violenza. Secondo l’ONU, dalla morte della giovane curda (Masha Amini), avvenuta a settembre, sono già state uccise ben più di 450 persone negli scontri con le forze dell’ordine; ma non era ancora mai avvenuta una vera e propria esecuzione.

Attualmente sono incarcerate altre undici persone che, come Mohsen Shekari, sono state condannate a morte. Una di queste è Fahimeh Karimi: allenatrice di pallavolo e madre di tre figli, arrestata per aver tirato un calcio a una guardia durante una manifestazione. Nel mondo si susseguono petizioni per chiedere la salvezza e la libertà di queste persone.

La posizione dell’Unione Europea è chiara in merito. Infatti, secondo gli Stati membri la violenza con cui il Paese sta reprimendo il diritto dei cittadini di manifestare è ingiustificabile e inaccettabile. Pertanto chiede che l’Iran si attenga al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (patto che ha sottoscritto), smettendola con la diffusa violenza e che assicuri di nuovo l’accesso alla rete da parte dei cittadini e garantisca un flusso di informazioni libero. 

In risposta all’impiccagione la premier italiana Giorgia Meloni ha affermato che il nostro governo è indignato, e gli Stati Uniti dichiarano: “Riterremo il regime iraniano responsabile della brutale violenza che infligge al suo popolo”.

Anche nel 2009 il Paese era stato scosso da vive proteste contro il regime, che avevano provocato la morte di circa 1500 manifestanti e dure condanne carcerarie. La Repubblica Islamica è fra i Paesi con il maggior numero di condanne a morte comminate ed eseguite al mondo; registrando un aumento di uccisione di donne nello scorso anno, rispetto al precedente, e di tre ragazzi minorenni. Ad aggiudicarsi il podio in questo terribile primato troviamo però Bangladesh, India e Pakistan.





Livia Sacchetti 2H


Post popolari in questo blog

PASTA CON LENTICCHIE ALLA PUGLIESE - prof. Mauro Alò

ANIME SCALZE - FABIO GEDA

La voce di Francesca, il silenzio di Paolo: compassione e nostalgia nel canto V