Cabinet of Curiosities

Nei secoli passati, quando il mondo era pieno di mistero e viaggiare era riservato a pochi eletti, nacque una nuova forma di collezionismo, la Camera delle Meraviglie. 

Queste collezioni potevano essere conservate in un edificio, in una stanza o in un mobile particolare e vi si potevano trovare libri, dipinti o reperti di storia naturale e innaturale, un dente di drago, una sirena delle Fiji o il corno di un unicorno e dietro ogni oggetto una storia. 

Si apre così la nuova serie sbarcata su Netflix realizzata dal regista messicano Guillermo Del Toro che ci porta nel suo mondo inquietante, meraviglioso e fiabesco.


Questa serie antologica raccoglie racconti horror pronti a suscitare un vortice di emozioni, è composta da otto episodi, otto racconti horror da un’ora ciascuno, che indagano le più grandi paure irrazionali che l’umanità possa concepire. “Ogni episodio racconta un suo mondo” ha spiegato infatti Del Toro “ci sono svariate delizie, alcune salate, altre dolci, ma di certo ogni boccone riserva una sorpresa”. 



Regia e sceneggiatura sono affidati ad altrettanti diversi director e autori, Del Toro, però ha avuto un ruolo cruciale nella scelta delle storie da rappresentare essendo, oltre che producer del progetto, anche showrunner.

Tra gli interpreti dei vari episodi ritroviamo Essie Davis nell’episodio “ Il Brusio”, David Hwelett come protagonista de “I Ratti del Cimitero”. Poi F. Murray Abraham in “ L’Autopsia” e Ben Barnes in “Il Modello” di Pickman. “ I sogni nella casa stregata” trova Rupert Grint protagonista al fianco di Nia Vardalos e Ismael Cruz Cordova. E infine ci sono Peter Weller e Sofia Boutella nell’episodio  “La Vista”. 

Vista anche la diversità dei temi affrontati di episodio in episodio, ognuno di essi vale come favola nera della buonanotte. Un rito che forse ci porta un po’ all’infanzia, al campeggio estivo, torce alla mano e piccoli brividi da raccontare. Ogni episodio si basa su un racconto scritto e così ci si trova davanti a spiritismo, alieni parassiti, case infestate, quadri con poteri sinistri e moltissimi altri. La maggior parte dei finali resta in qualche modo “aperta”, nel senso che lo spettatore viene messo davanti all’epilogo della vicenda e non può evitare di domandarsi “E ora?”. Non lo sapremo mai. La stanza delle meraviglie di Guillermo del Toro è sicuramente un progetto di grande qualità che mira a nobilitare horror rendendo omaggio ai suoi più classici clichè. 

                                                                                                    Eleonora Scacchetti

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