Terremoto in Turchia

Catastrofe in Turchia e in Siria.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il bilancio delle vittime causate dal terremoto di magnitudo 7.9 dello scorso 6 febbraio “potrebbe superare i 20000 decessi”. L’immane disastro causato dal sisma riguarda in particolare l’elevato numero di edifici crollati. La consecutiva quantità di sfollati rimasti senza abitazione è cospicua, gli scomparsi rimasti intrappolati sotto le macerie ammontano a una cifra incalcolabile e i relativi danni che inevitabilmente subirà l’economia di tutto il paese  saranno gravissimi. In Turchia, coloro che sono stati colpiti principalmente dal terremoto abitavano in strutture costruite in muratura prive di ossatura in cemento armato, malgrado i nuovi regolamenti edilizi introdotti a seguito di un episodio analogo avvenuto nel 1999 (il sisma di magnitudo 7.4 uccise 17000 persone e lasciò circa 250000 individui senza tetto, dunque si impose un sistema obbligatorio di assicurazione contro i terremoti). La situazione, però, è addirittura peggiore in Siria che, sconvolta e messa a dura prova da un conflitto interno che persiste da più di undici anni, non ha la possibilità di far rispettare alcuno standard edilizio. La placca arabica scontrandosi con quella anatolica ha fatto sì che quest’ultima si sia spostata di tre metri verso Nord durante il primo sisma e di altri dieci metri nel momento in cui il secondo sisma di magnitudo 7.5 ha avuto luogo. Innumerevoli scavi sono ancora in atto nonostante tutto per cercare di estrarre vive il maggior numero di persone possibile. Un bambino è stato trovato dopo 80 ore sotto le macerie ed è stato salvato malgrado abbiano dovuto amputargli un braccio. Anche le squadre USAR italiane del team del Servizio Nazionale della Protezione Civile con vigili del fuoco e personale sanitario sono giunte sui luoghi colpiti e stanno contribuendo alla ricerca e al soccorso in ambito urbano. Sono già riuscite a trarre in salvo due persone destreggiandosi anche in interventi complicati a causa delle numerose scosse di assestamento ancora in atto. La Marina Militare italiana si sta occupando anche di far giungere nelle zone colpite la nave San Marco (che partirà dal porto di Brindisi) per poter fornire agli sfollati aiuti materiali, mezzi, personale e anche un ospedale da campo EMT2 della Regione Piemonte a supporto delle strutture sanitarie turche gravemente danneggiate e in difficoltà. Numerose sono anche le iniziative di donazione che sono state aperte da enti, ma anche da privati per supportare la situazione catastrofica creatasi.



Margherita Berselli 4A

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