lettera uno

Ciao chiunque tu sia, 
Mi aspettavo fossi morto con l'esplosione dell’ordigno… tre? Quattro? Non so di preciso dove fossi vicino, ma se hai trovato questa lettera, sono sicura che tu fossi vicino a questi due: ricordo bene come li ho sistemati, non provare a ingannarmi.
Se stai leggendo la lettera, congratulazioni: le emanazioni dell’ordigno hanno deciso che tu dovessi essere salvato, e dunque ora sei un dio. Figo, vero?
Tu ora ti starai chiedendo: eh?
Stessa reazione quando l’ho scoperto, molto prima di te: stai tranquillo, è tutto nella norma. O meglio, no, perché andiamo, non si diventa immortali e divini tutti i giorni, ma tu fai finta che sia così, come quando si è bambini e allora per divertirsi si decideva di fingersi altre persone e lasciare i nostri abiti sudici sul pianeta Terra: si voleva raggiungere la stella più lontana.
Ecco, ora lo puoi fare, perché hai tutto il tempo che vuoi.
Come ti senti? Lo senti il formicolio all’alluce destro? No? Perché io l’ho sentito per qualcosa come un sacco di tempo. Tranquillo che scompare, non ti cade il dito.
Anche se fosse, ti ricrescerebbe o qualcuno lo attaccherebbe al posto tuo.
Benvenuto nel Pantheon, chiunque tu sia.
Vorrei tanto tanto darti ulteriori spiegazioni, ma il protocollo - che barba il protocollo - vuole che tu mi dia prima tutte le tue generalità - se te le ricordi, eh -, luogo di provenienza, numero di abitante, colonia, bozzolo, e a momenti ti chiederei il numero di peli del naso, ma riconosco che vorrebbe dire infrangere un’ulteriore barriera di privacy che, insomma, il protocollo ti toglie già chiedendoti vita, morte e i futuri miracoli che compirai.
Ora sei come il tuo Dio, e notizia bomba: il tuo Dio non esiste.
Sei stato indottrinato dalla tua società a credere a un coso onnipotente e misericordioso e alla fine scopri che non esiste.
Dillo, dillo: potevi scampartele quelle ore in oratorio ad ascoltare quei lunghissimi e pallosi discorsi sul perché è importante avere una fede.
Sai, essere un dio e dire di essere ateo è come essere un pescatore e non pescare perché non si vuole fare male ai pesci: non ha senso, ma è così e non possiamo farci tanto.
Sono curiosa di sapere che cosa sei diventato: dio della natura? Della luce? Della pietra? Dell’aria calda?
Se vuoi saperlo, io sono una dea dell’illusione e della strategia: io piazzo tutti gli ordigni, e ammetto, è parecchio figo, ma dopo un po’ ti trovi a fare le stesse combinazioni e pensi “oof, perché il mondo delle possibilità ha un margine così limitato?”.
La tua mente, che ha ancora una parvenza predominante di forgia umana, penserà che la probabilità è la cosa più vasta che esista, soprattutto quando si parla di combinazioni a numerosi fattori.
Ecco, diventa un dio e usa tutto il tuo tempo: un fondo lo trovi.
Dunque dunque, tornando a noi: il foglio si può resettare, come se fosse elettronico, e puoi scriverci  le cose che ti ho chiesto sopra, poi lo lasci lì e inizi a vagare, oppure rimani lì. In ogni caso non potrai vedermi, ancora non sei pronto.
Quando il protocollo mi darà il via, le strade saranno due: o continueremo a scriverci perché, che ne so, magari ti annoi e ancora non hai trovato amici divini con i quali condividere il tuo tempo, oppure dopo quella lettera non ci sarà più nulla.
Qualsiasi sia la tua scelta, sarà registrata.
Bene, datti da fare e scrivi: riesci a farlo ancora, sì?
Ricorda: ogni lettera deve essere firmata. 
Sappi che Diana ti guarda.
~ Hia

Post popolari in questo blog

PASTA CON LENTICCHIE ALLA PUGLIESE - prof. Mauro Alò

ANIME SCALZE - FABIO GEDA

La voce di Francesca, il silenzio di Paolo: compassione e nostalgia nel canto V